Scopriamo insieme questo artista, di cui forse si conosce troppo poco, ma che racconta storie con un tocco incredibile.
Il mondo dei manga è un vasto universo in cui autori talentosi, alcuni fanno grande rumor altri arrivano come vento leggero ma che da quella freschezza che non pensavi di volere. Oggi voglio raccontarvi del mangaka Keigo Shinzo. Con il suo stile unico e le storie coinvolgenti, Shinzo ha conquistato i cuori dei lettori di tutto il mondo. In questo articolo, esploreremo la sua storia, il suo stile di disegno e la narrazione che hanno plasmato le sue opere.
La storia di Shinzo in breve
Keigo Shinzo è nato il 23 gennario 1987 nella prefettura di Ishikawa, in Giappone. I primi studi gli fece alla Scuola Superiore d’Arte della prefettura di Saitama per poi proseguire all’università di Tokyo Zokei, al dipartimento di belle arti e pittura. Al terzo anno di Università partecipa allo “Spirit Award” di Weekly Big Comic Spirits e questo lì permise di farsi notare. Poco tempo dopo pubblicò la prima opera intitolata Moriyama Naka Driving School su Monthly Big Comic Spirits e due anni dopo Our Funka Festival su Weekly Big Comic Spirits.
Mentre la sua carriera proseguiva arrivarono due storie importanti che lo fecero notare:
Nora to Zassou (in Italia Randagi): Composto da 4 volumi, narra la vita dell’ispettore Hajime Yamada che viene stravolta dopo la morte precoce di sua figlia. Dopo un periodo buio, una luce nella sua vita si riaccende quando casualmente si imbatte in una giovane ragazza scappata di casa che assomiglia molto alla figlia… Una storia toccante, che tratta argomenti molto seri e pesanti senza nasconderli.
Tokyo Alien Bros: Composto da 3 volumi, narra la storia narra di due fratelli, Fuyunosuke e Natsutaro, che sono stati inviati sulla Terra con la missione di apprendere il massimo possibile sugli abitanti di questo pianeta e sui loro complessi schemi sociali.
Lo stile di disegno di Shinzo
Lo stile di Shinzo si può riconoscere da due grandi fattori: l’utilizzo degli acquerelli, e la pulizia del tratto. Partiamo prima dagli acquarelli: prendendo una qualsiasi delle copertine dei volumi di Shinzo notiamo che i colori hanno un aspetto tenue, quasi velato. I colori non sono decisi, saturi, netti, ma creano un leggero strato di colore che circonda i personaggi in copertina. Molto bello notare come il colore non viene steso in modo uniforme ma la tonalità si “scronta” con altri colori dando forma ad un pattern a “nuvola”. Questo gli dona più “carattere” e tridimensionalità.
Passiamo ora al tratto: il suo utilizzo è molto pulito, netto, un tratto che molto spesso su volti non va chiudere lascando uno spazio bianco. Oltre ai contorni dei personaggi, Shinzo utilizza il tratto per aggiungere piccoli segni che esprimono le emozioni o i sentimenti senza però appesantire la tavola con troppi dettagli e all’assenza, quasi totale, di linee cinetiche. Un grande lavoro lo fanno l’utilizzo dei grigi, Shinzo ne fa molto uso per dare profondità e volume.
Il modo di raccontare di Shinzo
Shinzo è un narratore di storie di vita quotidiana, storie per certi versi “semplici”. Si tratta di opere slice of life ma quello che cambia molto è la profondità che dà ai personaggi.
L’autore ci da il tempo di farci conoscere i personaggi, ci fa capire dove e come vivono. Ci fa ascoltare i loro pensieri, non solo del protagonista, ma interi capitoli su paure o insicurezze di personaggi che si intrecciano con la storia del protagonista. Shinzo ci da così una visione più completa del mondo in cui vivono.
Nella narrazione un elemento importante è il contesto: come detto in precedenze Shinzo tratta spesso storie di vita quotidiana del Giappone, spesso la utilizza nel modo più crudo altre, come in Tokyo Alien Bros, ci aggiunge un piccolo incipit fantasy. Per continuare sull’esempio di Tokyo Alien Bros troviamo due fratelli, all’apparenza persone comuni, che in realtà si scoprono essere alieni inviati sulla terra, più precisamente a Tokyo, per capire come vivono gli umani. Shinzo ci mostra quali sono gli atteggiamenti, le abitudini e i comportamenti che compie un popolo anche in situazioni brutte e complicate. Shinzo riesce a creare situazione di normalità in satira, rivolgendo così una critica velata alla cultura nipponica.
Le storie di Shinzo toccano argomenti e situazioni di ogni tipo, e sono in grado di toccare nel profondo. Qui ora vi parlo da lettore, quando lessi per la prima volta Hirayasumi ne rimasi colpito per la dolcezza con cui la storia avanzava, sentivo creare un il legame tra lettore e personaggi proprio per il modo di raccontare di Shinzo, prendendosi il suo tempo. Quando lessi un’altra sua opera, Randagi, pensando di ritrovare queste emozioni ne rimasi colpito perchè ne provai altre, anche più forti. Molto più crudo, doloroso, che non nasconde il lato peggiore della vita, ma riuscendo sempre ad essere una lettura incalzante fatta di sguardi e anche di silenzi.
In conclusione
Shinzo lo trovo un autore veramente da tenere d’occhio. Un artista in grado di raccontare storie emozionanti, molto probabilmente vi commuoverete a leggere una delle sue serie. Il suo modo di disegnare da una freschezza incredibile e l’uso dell’acquarello da il tocco di poesia finale.
Per chi vuole scoprire di più consigliato
Se vi interessa avvicinarvi alle sue opere, vi segnalo a ottobre l’uscita del primo volume di una serie che approda in Italia grazie a J-POP: si tratta di Hirayasumi. Oppure potrete recuperarvi i tre volumi di Tokyo Alien Bros ancora disponibili su Amazon o Dynit.it.
Se invece vi sentite pronti per temi più pesanti, Randagi è un’ottimo manga da leggere.